I giorni della libertà

05 luglio 1944: Bruno Monterumici e Vasco Mattioli
La lapide è dedicata a Bruno Monterumici, nato a Bologna a ...
05 luglio 1944: Adelmo Tosi
Lapide posta in Via Santo Stefano, 82/B, a ricordo del sacri...
12 luglio 1944: Via Pioppe
     Cippo in muratura con lapidino in marmo dedicato a...
14 luglio 1944: Massimo Meliconi
 Massimo Meliconi, nome di battaglia Gianni, (Bologna, 25 a...
21 luglio 1944: pasquali Paride
IN QUESTA CASA SI TEMPRO\'ALL\'ESEMPIO DELLA FEDE SOCIALISTA...
24 luglio 1944: Lino Ceranto
          ...
25 luglio 1944: Don Ilario Lazzaroni
 A PERENNE RICORDODI DON ILARIO LAZZARONIDOTTORE IN LETTERE...
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Magnani Ferruccio

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Magnani Ferruccio, «Giacomo», nasce il 20 Gennaio 1909 a Bologna, dove è residente nel 1943. Calzolaio tagliatore iscritto al PCI.

Negli anni della dittatura è uno dei principali dirigenti del suo partito e svolge attività politica allʼinterno dei sindacati fascisti. Arrestato nel 1937 per quaranta giorni.

Di nuovo è rinchiuso nel gennaio 1938, con una cinquantina di antifascisti bolognesi per «organizzazione comunista».

Il 26 Novembre 1938 è condannato a otto anni di carcere per costituzione del PCI, appartenenza allo stesso e propaganda. Sconta la pena nelle carceri di Bologna, Roma, Civitavecchia (Roma) e Spoleto (PG). Torna in libertà nellʼAgosto 1943 e rientra a Bologna.

Organizza squadre armate in città per la liberazione e nella primavera 1944 è tra i promotori degli scioperi che si tengono nelle aziende meccaniche di Castel Maggiore e nella zona Saffi (Bologna). Nellʼestate 1944 riceve l'incarico dal CUMER di assumere la funzione di commissario politico della brigata Stella rossa Lupo, con Agostino Ottani come vice. Nonostante lʼostilità di Mario Musolesi, comandante della brigata, per i commissari politici eletti dal CUMER, Magnani riesce a conquistarsi le simpatie dei membri. Viene però poi retrocesso retrocesso a vice commissario.

Ad Ottobre il CUMER gli ordina di aggregarsi alla 63ª brigata Bolero Garibaldi, che dalla collina doveva scendere verso Bologna per partecipare all'insurrezione che si credeva imminente. Allʼinizio di novembre ottiene la nomina di vice commissario politico della 7ª brigata del Gruppo d'Azione Patriottica Gianni Garibaldi e il 7 Novembre prende parte alla battaglia di Porta Lame.

Il 5 Dicembre 1944 è riconosciuto da alcuni fascisti in via Borgonuovo e ferito. Muore il giorno stesso all'ospedale S. Orsola.

La notizia appare in un volantino del comando della 7ª brigata del Gruppo d'Azione Patriottica Gianni Garibaldi in data 27 Dicembre 1944. Vi si legge, tra lʼaltro: «Lottò tenacemente negli anni più duri della reazione fascista; condannato dal famigerato tribunale speciale sopportò con fermezza parecchi anni di galera fascista e ne uscì più ferrato, più temprato, più irremovibile nel proposito di combattere fino alla distruzione del fascismo e dellʼhitlerismo. Si distinse prima nelle formazioni garibaldine partigiane; passato poi alla nostra 7a brg GAP vi apportò il contributo della sua preparazione, del suo spirito combattivo, della sua fede nei destini della Patria».

Il suo nome fu dato alla 6ª brigata di città e a un battaglione della lª brigata Irma Bandiera Garibaldi. Riconosciuto partigiano, con il grado di tenente colonnello, dal 10 Settembre 1943 al 5 Dicembre 1944. Il suo nome è stato dato a una strada di Bologna.

 

 

La lapide

 

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