I giorni della libertà

05 luglio 1944: Bruno Monterumici e Vasco Mattioli
La lapide è dedicata a Bruno Monterumici, nato a Bologna a ...
05 luglio 1944: Adelmo Tosi
Lapide posta in Via Santo Stefano, 82/B, a ricordo del sacri...
12 luglio 1944: Via Pioppe
     Cippo in muratura con lapidino in marmo dedicato a...
14 luglio 1944: Massimo Meliconi
 Massimo Meliconi, nome di battaglia Gianni, (Bologna, 25 a...
21 luglio 1944: pasquali Paride
IN QUESTA CASA SI TEMPRO\'ALL\'ESEMPIO DELLA FEDE SOCIALISTA...
24 luglio 1944: Lino Ceranto
          ...
25 luglio 1944: Don Ilario Lazzaroni
 A PERENNE RICORDODI DON ILARIO LAZZARONIDOTTORE IN LETTERE...
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D'Agostino Francesco

 

DʼAgostino Francesco. Nasce il 2 Febbraio1882 a Cassano allo Ionio (CS). Nel 1943 è residente a Imola. Si laurea in medicina e diventa primario chirurgo.

Presta servizio medico negli ospedali militari delle zone di guerra e nel febbraio 1919 si trasferisce ad Imola, dove trova impiego come direttore dell'ospedale militare.

Dopo il congedo ottiene la nomina di primario chirurgo nell'ospedale civile.

Il 25 Luglio 1943 fa parte del comitato unitario delle forze antifasciste costituitosi ad Imola per coordinare le manifestazioni per la caduta del fascismo.

Dopo lʼ8 Settembre 1943, data in cui il “Proclama Badoglio” sancisce la fine delle ostilità con le truppe anglo-americane, viene incluso nella lista dei proscritti compilata dai fascisti imolesi. Arrestato una prima volta il 13 Ottobre 1943 sconta la pena nel carcere di S. Giovanni in Monte (Bologna). Le autorità tedesche lʼ11 Novembre 1943 lo assolvono dalle accuse mossegli dai fascisti e lo liberano.

Rientrato a Imola subisce un secondo arresto ed è rinchiuso nella Rocca (Imola).

Il 26 Gennaio 1944, prelevato insieme ai fratelli Alfredo e Romeo Bartolini, Alessandro Bianconcini, Sante Contoli e Antonio Ronchi viene tradotto nel carcere di S. Giovanni in Monte con lʼaccusa di complicità nellʼassassinio del segretario federale Eugenio Facchini. Processato da un tribunale militare costituitosi per decidere della rappresaglia, presieduto dal generale DʼOro, dai tenenti colonnelli Morelli e Petroncini e dal pubblico ministero Cosimini, è accusato di tradimento e di aver fornito ai partigiani materiale sanitario dellʼospedale, accusa questʼultima mossagli per «una delazione circostanziata proveniente dallo stesso ambiente ospedaliero».

Le condanne emesse (otto pene di morte e due pene detentive) sono così motivate: «Per avere dal 25 Luglio 1943 in poi, in territorio del Comando militare regionale, con scritti e con parole, con particolari atteggiamenti consapevoli e volontarie omissioni e con atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato in conseguenza lʼatmosfera del disordine e della rivolta e determinato gli autori materiali dellʼomicidio a compiere il delitto allo scopo di sopprimere nella persona del Caduto il difensore della causa che si combatte per lʼindipendenza e lʼunità della patria».

Subisce la fucilazione il 27 Gennaio 1944 al poligono di tiro di Bologna insieme ad Alfredo e Romeo Bartolini, Alessandro Bianconcini, Cesare Budini, Zosimo Marinelli, Silvio Bonfigli, Ezio Cesarini.

Notizia della fucilazione appare sul settimanale comunista clandestino «La Comune» in data 1 Febbraio 1944.

Sante Contoli e Luigi Missoni ricevono le suddette pene detentive.

Il suo nome è stato dato ad una strada di Imola.

 

 

 

 

Il monumento

Il poligono di tiro

Bartolini Alfredo

Bartolini Romeo

Bianconcini Alessandro

Bonfigli Silvio

Budini Cesare

Cesarini Ezio

Marinelli Zosimo

Giù