I giorni della libertà

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Monumento ai caduti di Sabbiuno di Paderno

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Progetto del monumento di Sabbiuno di Paderno

 

 

 

Il 5 Dicembre 1944 i Tedeschi, aiutati da dei delatori, compirono rastrellamenti nella zona di Calderara, Anzola dell'Emilia e Amola di Piano. I prigionieri vennero portati nel carcere di San Giovanni in Monte, dove erano già rinchiusi centinaia di partigiani. Questi ultimi si erano riuniti a Bologna, in attesa di un'insurrezione popolare considerata imminente; si sarebbe dovuta verificare in concomitanza con l'arrivo delle truppe alleate. Poi era arrivato il proclama Alexander: il 13 Novembre 1944 il CUMER (Comando Unico Militare Emilia - Romagna) aveva ricevuto l'ordine di non organizzare più operazioni su larga scala e di restare su posizioni difensive e gli alleati indugiavano nella risalita della penisola. In questo modo i Tedeschi ne avevano approfittato per intensificare le azioni contro i partigiani, molti dei quali intanto si erano spostati nelle campagne in cui avevano trovato appoggio.

Secondo le testimonianze, Tedeschi e fascisti prelevavano una squadra di prigionieri ogni mattina dicendo che li portavano a lavorare al fronte. Si diffuse cautamente la speranza della fuga, magari si poteva passare alle linee alleate.

I trasferiti venivano rinchiusi in una casa su un promontorio della strada di Sabbiuno. Intanto i Tedeschi stavano scegliendo il punto dove fucilarli.

Era il 14 Dicembre quando un gruppo di uomini fu fatto uscire dalla prigione improvvisata per la fucilazione. La stessa cosa si ripeté pochi giorni dopo, il 23 Dicembre, quando altri trentatré uomini furono fucilati. I corpi vennero fatti rotolare giù per il calanco.

I morti a Sabbiuno furono cento, alcuni provenivano dalla stessa famiglia. Cinquantatré di essi sono stati riconosciuti, mentre gli altri quarantasette rimangono ancora senza nome: Alberghini Albano, Alberghini Roberto, Alberti Gino, Baiesi Augusto, Barbieri Goffredo, Bazzani Enrico, Benati Efrem, Bergonzoni Otello, Bonasoni Ivo, Bonfiglioli Nino, Bongiovanni Valerio, Bovaconte Francesco, Brenti Luigi, Bussolari Emilio, Casarini Sergio, Cocchi Albano, Cocchi Mario, Corazza Bruno, Cotti Gherardo, Cristofori Aroldo, Dall'Olio Gaetano, Drusiani Dante, Fantini Adolfo, Ferrari Mario, Ferrari Renato, Florini Vincenzo, Forni Guido, Gabrielli Giancarlo, Galletti Umberto, Gandolfi Giovanni, Gazzani Danilo, Magli Adolfo, Manfredi Alcide, Manfredi Olves, Manfredini Florino, Martinelli Armando, Martinelli Giuseppe, Muratori Rando, Nadalini Dario, Nanni Augusto, Pedrini Tiziano, Serra Dante, Serra Luciano, Soli Aldo, Stopazzini Cesare, Strazzari Anselmo, Toffano Vincenzo, Toselli Aldo, Toselli Dino, Turrini Pierino, Zambelli Lelio, Zanetti Aldo, Zucchini Umberto.

I nomi si trovano scolpiti sulla fila di massi che segnano la strada dalla casa al punto di fucilazione.

Il contorno della collina è stato contrassegnato da un muro alto, che simboleggia la spalla di chi spara; sul muro sono state poste delle mitragliatrici con un faro puntiforme ciascuna; lungo il calanco spunta dal terreno del filo spinato rosso e in fondo una croce bianca appoggiata alla terra come fosse caduta.

Al monumento hanno contribuito i Comuni interessati, tra cui quello di Bologna che ha acquistato l'area, i Partiti, i partigiani, le cooperative, i gruppi di lavoro e i singoli.

 

 

 

monumento_sabbiuno

 

 

DURANTE LA GUERRA DI LIBERAZIONE

CENTO PARTIGIANI

SONO STATI FUCILATI QUI:

 

DALLA PRIGIONE DI SAN GIOVANNI IN MONTE IN BOLOGNA

VENIVANO PORTATI IN QUESTO CASOLARE

POI CONDOTTI SUL CIGLIO

POI FUCILATI

I CORPI ROTOLAVANO GIÙ

I RESTI SONO STATI RITROVATI A VALLE:

DI CINQUANTATRÉ UCCISI CONOSCIAMO IL NOME.

NAZISTI E FASCISTI È IL NOME DEGLI UCCISORI.

 

 

  

 

monumento_sabbiuno_crinale

 

 

monumento_sabbiuno_plotone

 

 

monumento_sabbiuno_plotone_particolare

 

 

monumento_sabbiuno_fucile_

 

 

monumento_sabbiuno_calanco

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

Giù